Problema casa: perché non considerare gli hotel marginali?
I 1000 alloggi calmierati al netto dell’ERP chiesti dalla CGIL sono un miracolo!
A meno che non si intervenga sulle centinaia di strutture alberghiere ormai fuori mercato, da trasformare in residenze in cambio dell’impegno ad affittarle per almeno 15 anni a canone concertato. Per i lavoratori immigrati si potrebbe fare di più se solo si costituisse un fondo rischi a garanzia alimentato, oltre che dalle Istituzioni,
anche dalle Organizzazioni imprenditoriali, di categoria e sindacali
Mi permetto alcune considerazioni in merito alle proposte contenute nell’articolo “Mille alloggi a 300 euro di affitto al mese” pubblicato in data 28/9/2005.
Sottoscrivo l’allarme della CGIL sulla situazione abitativa nella nostra realtà provinciale, la questione sociale legata alle abitazioni è stata indagata in profondità nel corso di questi anni e l’ex IACP oggi ACER ha portato in campo un contributo di analisi e proposte che vedo, con soddisfazione, sono diventate patrimonio comune.
Di quanto detto da Urbinati mi interessa però approfondire gli aspetti propositivi, di programmazione e di governo, che chiamano in causa tutti: gli operatori pubblici e privati, nonché le organizzazioni sindacali e di categoria, che non possono ritagliarsi solo uno spazio rivendicativo e di denuncia.
Andiamo con ordine. E’ vero che l’edilizia pubblica, nella nostra realtà provinciale è fanalino di coda, insieme a Piacenza, rispetto alle medie provinciali della regione. All’atto della separazione da Forlì (1997), si registravano circa 2.000 alloggi, nella nostra provincia (oggi al netto del venduto sono 1903), contro i 4.600 di Forli-Cesena, almeno 10 punti percentuali in meno rispetto alla media delle rispettive popolazioni, senza considerare che Rimini è dagli anni 70 area ad alta tensione abitativa.
Ma non siamo fermi al 97’. Da allora, il nostro impegno è andato costantemente in direzione dell’incremento dello stock di alloggi pubblici. Sono stati fatti investimenti diretti in nuove costruzioni e recuperi per 475 alloggi; di questi 196 conclusi e consegnati; mentre altri 279 sono in corso di costruzione e recupero e verranno consegnati entro il 2006.
Abbiamo programmato assieme ai Comuni le proposte di finanziamento per 419 alloggi, sulla base della legge 21/2001 denominata “20.000 alloggi in locazione”, 377 di questi hanno ricevuto il finanziamento regionale: ben 313 sono localizzati nel Comune di Rimini ed altri 64 a Riccione. Mi preme sottolineare che Rimini ha ottenuto così il record dei finanziamenti regionali ponendosi al primo posto nella graduatoria delle province della regione, per numero di alloggi finanziati. Ciò a conferma del fatto che quando si fa un lavoro di team guidati da idee, progetti e proposte solide, si ottengo ottimi risultati.
Al contempo ci stiamo organizzando con la Provincia ed i Comuni per mettere a frutto le nuove opportunità offerte dalla Giunta Regionale, che ha varato un piano di finanziamenti in conto interessi, per la realizzazione di 3.000 alloggi su scala regionali. Riteniamo, in questo senso, sia realistico puntare su altri 200 alloggi in locazione permanente per tutta la provincia, di cui circa la metà almeno nel Comune di Rimini.
Tutto ciò nel contesto del massimo declino degli interventi nazionali sulla casa e di fronte ad una scarsità di risorse complessive, conseguenza fra l’altro della soppressione dei contributi ex Gescal, a cui non ha corrisposto l’istituzione di un nuovo fondo nazionale a carico della fiscalità generale.
Il volume degli investimenti e delle unità abitative sarà tale da staccare in modo significativo il decennio 78/87, anni d’oro della politica abitativa nazionale, quando furono costruiti nel riminese, con la legge 457/78 (piano decennale per la casa), 485 nuovi alloggi e recuperati 283. Dividiamo il merito di questi positivi risultati con i Comuni, la Provincia e la Regione, che ha dimostrato una rinnovata attenzione e sensibilità verso la nostra area.
Abbiamo messo in campo, assieme ai Comuni un’agenzia pubblica per la locazione, per reperire alloggi nel mercato privato da assegnare a famiglie, studenti e lavoratori, attraverso la formula dell’affitto garantito, che ha dato buoni risultati (siamo già a 187 alloggi), dimostrando nei fatti che si può collegare l’offerta alla domanda, praticando un contenimento dei canoni, rispetto al mercato, del 10/15% e soprattutto cercando di diffondere una cultura della sicurezza (impianti a norma e buono stato di manutenzione) e della legalità. Per i lavoratori immigrati si potrebbe fare di più (abbiamo richieste per 175 alloggi), se solo si costituisse un fondo rischi a garanzia che può essere alimentato (come è adesso) non solo da ACER e dalla Provincia, ma anche dalle Organizzazioni imprenditoriali, di categoria e sindacali. Oppure questo è un tabù?
Si potrebbe fare di più anche per ampliare il ricorso ai canoni concertati, attraverso una adeguata campagna di informazione rivolta ai locatari ed inquilini sui benefici fiscali di questa formula contrattuale che potrebbero essere ulteriormente incentivanti con l’azzeramento dell’ICI, come ha proposto l’Assessore alla Casa Vittorio Buldrini, per il Comune di Rimini.
Urbinati pone al sistema economico ed istituzionale l’obiettivo di 1.000 alloggi, al netto dell’edilizia pubblica e senza incrementi edilizi. Per come stanno le cose chiede un miracolo!
A meno che, ecco il punto che vorrei porre all’attenzione, non si intervenga sulle numerose strutture alberghiere, diverse centinaia tra Torre Pedrera e Miramare, che, ormai fuori mercato, testimonianza di una industria turistica in crisi che non può certo risorgere replicando i guiness di presenze del passato, potrebbero essere trasformati in edifici residenziali, in cambio dell’impegno ad affittarli per almeno 15 anni a canone concertato, 300/350/400 euro mensili secondo le diverse tipologie.
La selezione potrebbe essere operata attraverso un bando pubblico.
Diamo inoltre vita ad un forum o una consulta sulle politiche abitative per confrontare idee e proposte che aiutino la ricerca di soluzioni e risposte di breve, medio e lungo periodo.
Mettiamo insieme sensibilità, competenze ed esperienze. Sono certo che la specificità riminese del mercato immobiliare, da sempre vocata all’incremento proprietario, possa, una volta tanto, essere piegato a favore della locazione.
Franco Carboni
Presidente Acer Provincia di Rimini
Info: Gabriele Pizzi – Ufficio Stampa Acer Rimini - 335/6781722 - stampa@acerimini.it
Pubblicata il: 30/09/2005