In merito all’articolo pubblicato in data odierna dal quotidiano “La Voce di Romagna” edizione di Rimini, pagina 8, dal titolo “Case da terzo mondo affittate a peso d’oro, muffa e scarafaggi negli alloggi ACER del compagno Mangianti”, l'Acer di Rimini - oltre a riservarsi di adire le vie legali per al tutela dell'immagine ed onorabilità sua e del presidente Cesare Mangianti - chiede, a norma della legge sulla stampa, la pubblicazione di quanto segue.


La redazione de “La Voce”, ascoltando solo le “campane” degli inquilini citati, ho preso un clamoroso abbaglio! Per cui con l’intento di ripristinare la verità si rendono noti i seguenti fatti.



Gli affitti d’oro. Come è noto ACER svolge un servizio di reperimento alloggi, nel mercato privato della locazione, per conto del Comune di Rimini, al fine di dar risposta ai numerosi casi di emergenza abitativa (situazioni di disagio economico e sociale, famiglie con minori, sfrattate, ecc.) e di governare il fenomeno. Così facendo il Comune risparmia consistenti risorse che prima se ne andavano nell’affitto di residence, pensioni e alberghi: non meno di 1000/1200 euro al mese per alloggiare nuclei familiari in una stanza con bagno, di 20/25 mq. Rispetto al caso specifico, l’immobile in questione è di recente costruzione (2004) ed è stato preso in affitto da ACER per intero nello stesso anno; si tratta di 16 unità immobiliari, di cui 8 bilocali di mq. 35, con posto auto; 6 trilocali di mq. 50, con relativo garage ed altri due trilocali mansardati di mq. 99, sempre con garage. Proprio in uno di questi ultimi vive la famiglia Forte, trasferito da un alloggio più piccolo, dello stesso stabile, (mq.50) l’8 marzo 2009, per l’aumento del nucleo familiare. L’edificio di 4 piani è dotato di ascensore ed ha le rifiniture tipiche di un edilizia privata costruita per la vendita.
Il canone è di € 645 per i trilocali, compresi i due mansardati di 99 mq. ed € 545 per i bilocali: canoni strappati dopo lunga trattativa con al proprietà che chiedeva € 750 per i trilocali ed € 700 per i bilocali. Si tratta pertanto di prezzi di mercato che ACER ha ridotto del 18%, che oggi hanno avuto un ulteriore incremento legato ai parametri ISTAT, e sui quali, alla luce dei nuovo andamento del mercato privato della locazione, ACER ha aperto una trattativa con la proprietà per una ulteriore riduzione. Nell'articolo si fa confusione fra alloggi di edilizia pubblica, nei quali si hanno due tipologie di canoni, quelli sociali (attualmente, a Rimini, 108 euro al mese di media) e quelli a canone calmierato (circa 300 euro al mese) con quello privati che sono assolutamente incomparabili. Ma, questo è il punto, poco conta a quanto ammontino gli affitti visto che in realtà tutti gli inquilini presenti nell’edificio ricevono un contributo economico sostanzioso dal Comune! La famiglia Forte (nucleo familiare di 5 persone, lui bidello a tempo determinato) che, presente nell’edificio da giugno del 2006, ha concordato un canone di € 210 mensili - mentre 467 sono a carico del Comune - da allora ha versato soltanto 327 euro - non sta pagando né l’affitto né tanto meno le spese condominiali, ed ha accumulato una morosità di € 9.685,11.
Per quanto riguarda i problemi di umidità e muffa vale la pena sottolineare la singolarità dei seguenti fatti. Il primo episodio relativo alla presenza degli scarafaggi si è verificato nel 2007 ma solo nell’alloggio di Forte Maikol, e, quarda caso, anche la presenza di muffa e l’umidità lamentata nel nuovo alloggio, non si era mai verificata prima con i precedenti inquilini. Da ciò si ricavano alcune utili indicazioni, non solo empiriche, circa le modalità d’uso dell’alloggio da parte dell’assegnatario, che viene tenuto in condizioni di disordine e scarsa igienicità. Che dire poi se, guarda il caso, l’attestato di antigienicità consente di acquisire punteggi ulteriori per l’assegnazione di un alloggio popolare, alla cui graduatoria il Sig. Forte risulta iscritto? Al danno dovremmo poi aggiungere la beffa della richiesta di danni fatta pervenire ad ACER, tramite avvocato, di ben 13.172 euro... Non viene a nessuno il dubbio che ci troviamo in realtà di fronte ad un “furbetto” che usa tutti i mezzi per ottenere vantaggi ed assistenze oltre il lecito ed il necessario?
L’altro inquilino citato, il Sig. Giovanni Fattori che si è trovato in grosse difficoltà economiche, e vive attualmente con un reddito da pensione di € 14.000 annui, oltre alla vendita di qualche quadro, ha concordato con i servizi sociali un piano di assistenza che prevede un canone di 350 euro al mese, anziché 556,11. Ma anche lui come il “collega” sopra citato si è autoridotto il canone e le spese accumulando una morosità di € 6.000. Il Fattori, inoltre,ospita stabilmente, senza averla spontaneamente dichiarata, una signora di origine ucraina. L’alloggio è talmente pieno di oggetti e mobilio che è difficile deambulare ed anche qui si riscontra scarsa pulizia ed igiene. Anche in questo caso, come nel precedente, la situazione di antigienicità viene utilizzata per far aumentare il punteggio per le case popolari.
Scarafaggi, antigienicità e muffa. Restando nel merito di questi aspetti, per quanto riguarda gli scarafaggi sono state fatte le opportune disinfestazioni, per ben tre volte nel 2009 in tutto l’edificio, ed una nel 2007 solo nell’appartamento di Forte Maikol. Ma occorre precisare che, secondo gli addetti alla disinfestazione, gli scarafaggi trovano un terreno di coltura favorevole nei luoghi umidi e sporchi. D’altra parte è un fenomeno che, salvo rare eccezioni, non abbiamo mai registrato in questi 10 anni di gestione degli alloggi pubblici e/o privati. I certificati di antigienicità rilasciati dai servizi sanitari delle ASL, come è noto, si limitano a registrare le condizioni di umidità presenti nell’alloggio, senza accertarne le cause. Il fatto che si indichi una percentuale che va dal 20 all’80% di umidità, in alcuni alloggi, a fronte del fatto che, nelle condizioni climatiche medie registrate a Rimini nel 2009 (fra gennaio e settembre) l’umidità è stata del 77%, ha peraltro valore relativo.
La proprietà dell’immobile da noi interpellata per la verifica delle caratteristiche costruttive dell’edificio e degli alloggi, in procinto di inviarci una specifica perizia tecnica, sostiene tuttavia che non vi sono cause strutturali che determinano il fenomeno della condensa e dell’umidità (non c’entra niente il cappotto) ma che questo problema è da ascrivere ad una gestione non corretta delle unità immobiliari da parte degli inquilini. Perché la condensa non si formi è infatti necessario un ricambio di aria pari a mezzo volume di ambiente ogni ora e ciò è possibile attraverso una ventilazione naturale o spinta degli ambienti e ad un corretto uso della cappe di aspirazione delle cucine. Del resto la controprova che questa sia la ragione di fondo del fenomeno è dato dal fatto che non tutti gli alloggi presentano queste problematiche. Dunque non ci troviamo nel terzo mondo, nelle “capanne di Calcutta” , ma in un ambiente normale dotato di tutti i servizi, compresa la predisposizione per l’aria condizionata, ma nel quale è necessario che il comportamento di chi vi abita sia ispirato al rispetto del bene locato, ad un senso dell’ordine e dell’igiene maggiore di quanto è dato registrare. Detto questo resta forte in noi la convinzione che lo scandalo sollevato, sia il pretesto per non saldare il debito maturato, ed ottenere ulteriori assistenze e privilegi!

ACER Provincia di Rimini
Rimini 17/09/2009

Pubblicata il: 17/09/2009