In merito al comunicato stampa inviato ieri dal Consigliere Regionale Gioenzo Renzi, e ai relativi articoli di stampa pubblicati in data odierna, la Direzione dell'ACER replica quanto segue.


Le notizie rese note dal consigliere, oltre che altamente strumentali, a causa probabilmente della campagna elettorale in corso, sono imprecise e fuorvianti. Provando a mettere un po' di ordine, partiamo dai canoni. Renzi che è Consigliere Regionale già da un'intera legislatura, dovrebbe sapere che i criteri per la determinazione dei canoni sono stati fissati dalla Regione, prima con la L.R. 24/2001 e poi con le delibere n° 395/2002 e n° 485/2003, i Comuni li adottano e le ACER li applicano. Tuttavia è solo nella prima fascia della protezione (ISEE da 0 a 8.500 euro) che il canone risulta completamente sganciato dalle caratteristiche dell'alloggio (superficie, zona della Città, anno di costruzione, pertinenze) perché in questo caso il legislatore regionale ha ritenuto prevalente la necessità di protezione sociale verso famiglie che si trovano in una condizione, economico-sociale, di particolare bisogno. Nella seconda fascia, di accesso, dove sono collocate famiglie con ISEE da € 8.577 a € 17.154, si considerano invece due elementi, quelli del reddito e le caratteristiche oggettive dell'alloggio. Infine nella terza fascia, di permanenza, con ISEE da € 17.154 a €.34.308, prevalgono, ai fini del canone, le caratteristiche dell'alloggio.

Gli appalti pubblici di lavori sono regolati da norme e regolamenti nazionali, essi rispondono a criteri di trasparenza e concorrenza. La disciplina varia in relazione agli importi: i lavori in economia fino ad € 40.000 possono essere affidati direttamente dal RUP; fino ad € 200.000 mediante indagine di mercato con invito rivolto ad almeno cinque operatori economici. Con le recenti modifiche intervenute al Codice dei Contratti pubblici dettate dal difficile periodo di crisi per le imprese, l’attuale Governo ha previsto che i lavori pubblici di importo superiore ad € 100.000 e fino ad € 500.000 possono essere affidati dalle stazioni appaltanti mediante procedura negoziata senza pubblicazione di bando, con invito rivolto ad almeno cinque operatori economici. Per l’affidamento di lavori di importo superiore a 500.000 si attua la procedura aperta con pubblicazione di bando. Pertanto per i lavori pubblici di importo inferiore ad € 500.000 viene attuata comunque una selezione, come prevede la normativa nazionale vigente, tra gli operatori economici idonei per capacità morali e professionali ad eseguire un lavoro pubblico. Questo è il caso più frequente per i lavori di manutenzione straordinaria. Per il lavori di manutenzione programmati di anno in anno, Acer Rimini si è dotata di un elenco di imprese qualificate, aperto a tutti, purché in possesso dei requisiti morali e professionali previsti dalla normativa vigente, nel sito di ACER - www.acerimini.it - è possibile trovare tutte le informazioni e stampare la documentazione necessaria per presentare la domanda (l’aggiornamento dell’elenco è semestrale).

Le imprese vengono quindi individuate, come prevede la normativa, nel rispetto dei principi di non discriminazione, parità di trattamento, proporzionalità, trasparenza e rotazione. Per quanto riguarda invece il condomini a proprietà mista, gestiti secondo le norme del Codice Civile, sono adottati criteri di trasparenza, concorrenza e rotazione; le ditte invitate sono proposte dall’assemblea condominiale ed i condomini assistono all'apertura delle offerte, pervenute in busta chiusa, scegliendo quella che ritengono migliore, per prezzo offerto, curricula, solidità economica e professionalità.

Va precisato inoltre che i vari preventivi che vengono richiesti per i lavori vengono sempre aperti, e confrontati, in presenza dei titolari degli alloggi in cui i lavori andranno eseguiti, e l'affidamento degli stessi avviene dopo assemblea condominiale con tanto di verbale. In quelle occasioni ogni soggetto avente causa può dire la sua e far valere i propri diritti.

Renzi si chiede, infine, come è possibile spendere 1.000 € per alcune lampadine, e qui il nostro stupore è grande poiché non avendo, il Renzi, circostanziato il "caso" ci è praticamente impossibile rispondere all'accusa, in odore di diffamazione, siccome però tutte le spese sostenute per servizi e fornitura sono regolarmente documentate fiscalmente, niente di più facile che fare insieme una verifica, dell'esito per noi scontato. Ma magari sarà meglio farlo dopo le elezioni, quando il consigliere non sarà più impegnato nella campagna elettorale e magari meno incline a strumentalizzazioni. E anzi, sarebbe cosa buona se s'impegnasse, il consigliere Renzi, a darne poi atto sulla stampa locale, con, eventualmente, la necessaria autocritica.

Rimini, 25 marzo 2010

Pubblicata il: 25/03/2010