8. ACER REGIONALE? NO GRAZIE!


Il Consiglio Comunale di Rimini contrario ad ipotesi di accorpamento delle Aziende Casa Emilia Romagna.



"Le Acer trovano nel loro radicamento sul territorio la loro vera ragione d’essere”. Lo ha affermato il 5 giugno scorso il Consiglio Comunale di Rimini approvando un ordine del giorno “Per il mantenimento della dimensione provinciale dell'Acer di Rimini e il rispetto del decentramento istituzionale dei Comuni”. Il riferimento è all'indicazione data dal Presidente dell'Anci Regionale nell'ambito della presentazione del Patto istituzionale tra Regione e Autonomie Locali dell’Emilia Romagna per l’autoriforma dell’Amministrazione, la razionalizzazione delle funzioni ed il riordino istituzionale - sulla necessità, a suo parere, di un accorpamento delle Acer dell'Emilia Romagna. “Una sorta di piccola Hera per la gestione immobiliare dell’ERP, magari con sede a Bologna – la definisce l'ordine del giorno approvato - nonostante questa specifica proposta non sia presente nel documento ufficiale Riteniamo si tratti di un’opinione personale, rispettabile, ma poco adatta alle effettive necessità dei diversi territori provinciali e certamente poco rispettosa delle autonomie istituzionali conferite dalla legge Regionale 24/2001 alle Province ed ai Comuni. E’ infatti noto che il patrimonio immobiliare di proprietà degli ex IACP è passato ai Comuni e che agli stessi è demandato il compito di governo dell’edilizia residenziale pubblica a cui è associata una funzione gestionale importante da parte delle ACER. L’ambito ottimale è stato ritenuto essere quello provinciale; saranno pertanto le Provincie ed i Comuni, se lo ritengono, a stabilire sinergie, accordi, collaborazioni o eventuali riorganizzazioni interprovinciali, senza interferenze centralistiche. Ciò che impressiona in questa proposta – prosegue il documento - è la scarsa conoscenza dei compiti affidati alle Aziende Casa che costituiscono un anello di congiunzione importante fra gli assegnatari ed i Comuni, svolgendo funzioni non meramente tecniche e di solo servizio ma di vera e propria mediazione sociale e culturale finalizzata all’integrazione ed inclusione sociale di famiglie che si trovano in difficoltà. Non sarebbe possibile svolgere, al meglio, tutte queste attività da parte di un ente del tutto avulso dalla realtà dei diversi territori comunali e provinciali” . Viene inoltre ricordata l'inversione di tendenza avviata con l'istituzione, ormai dieci anni fa, dello Iacp/Acer di Rimini. Che in un territorio fortemente penalizzato dall'accorpamento con Forlì - nel riminese all'atto della separazione erano presenti meno della metà degli alloggi pubblici del forlivese - ha riattivato una dinamica positiva negli investimenti per la realizzazione, in parte già conclusa, di quasi 1000 nuovi alloggi in un decennio. Non viene dimenticata nemmeno l'importante esperienza dell'Agenzia per la Locazione, nata per rispondere all'emergenza abitativa, che rischierebbe di andare dispersa. “Occorre infine ricordare che i bilanci delle ACER, in particolare quella di Rimini, non hanno mai mostrato segni di sofferenza ed hanno sempre chiuso in attivo, così come il settore si sostiene in autofinanziamento, attraverso i canoni incassati – conclude il documento - Per ultimo il Consiglio di Amministrazione è composto di soli tre membri, e ciò sin dal 2001, molto tempo prima delle recenti riduzioni operate dal Governo per i CDA degli Enti e Agenzie pubbliche. Riteniamo pertanto non opportuno andare ad una aggregazione di Enti, che trovano al contrario nel loro radicamento sul territorio la loro vera ragione d’essere” .

Numero 8, 11° edizione - anno 2008