6. TREMILA FAMIGLIE RIMINESI A RISCHIO DI EMERGENZA ABITATIVA


"L'UNICA STRADA PERCORRIBILE È UNA NUOVA POLITICA ABITATIVA"



Con il 2003, si è conclusa la delicata fase della trasformazione dello IACP in ACER. L'Azienda riminese ha ora pieni poteri per affrontare vecchie e nuove situazioni di disagio legate all'abitazione. "Rimini è al 5° posto in Italia per valore immobiliare nella compravendita. Siamo ai livelli di Bologna - conferma il Presidente dell'Acer provinciale Franco Carboni - Anche da noi la caduta della rendita finanziaria ha reso ancora più appetibile l'investimento nel "mattone", una psicosi di massa!" Cosa comporta concretamente una situazione di questo tipo? "Significa che da noi comprare casa costa sempre di più e questo esclude classi sociali che un tempo potevano aspirare all'acquisto ma ora devono andare in affitto provocando nuovi effetti perversi su questo mercato. Lo stiamo verificando direttamente con la nostra Agenzia per la locazione". E' possibile stimare le famiglie riminesi in difficoltà con l'affitto? "Sono circa 24 mila le famiglie che si rivolgono al mercato dell'affitto privato. Molte stanno già subendo il raddoppio dei canoni per il passaggio dai contratti ad equo canone e patti in deroga a quelli di libero mercato previsti dalla legge 431/98. Le domande per l'Erp nel 2000 erano 1.000 e nel 2003 sono diventate 2.000 (1.400 solo a Rimini). Nell'elenco nazionale delle città ad alta tensione abitativa, che già comprende il capoluogo, il CIPE ha inserito anche Cattolica e Riccione. Infine il Fondo per l'Affitto: dal 2000 al 2002 le richieste di contributo sono passate da 1.250 a 2.236. Possiamo quindi pensare che nel riminese esistano circa 3000 famiglie a rischio di emergenza abitativa, molte già in forte difficoltà". Qual è l'entità della domanda di affitti proveniente da stranieri e studenti universitari? "Gli stranieri residenti in regola e quelli che hanno presentato domanda di regolarizzazione superano, insieme, le 18 mila unità. In affitto vive anche una significativa percentuale di studenti dell'Università di Rimini che in pochi anni potrebbero diventare 10 mila unità." Che risposte trovano sul mercato dell'affitto queste differenti tipologie di domanda? "Purtroppo sono tuttora diffuse tra i proprietari forme di elusione fiscale, contratti simulati e affitti in nero. Una cultura dell'illegalità talvolta assecondata dagli stessi operatori del settore. A nostro avviso le agenzie immobiliari dovrebbero contribuire a contenere un mercato della locazione malato che sembra non conoscere limiti. Le case dovrebbero essere affittate in regola e dotate di impianti a norma, mentre spesso si chiedono cifre considerevoli per appartamenti non sicuri. In questo delicato settore sarebbe opportuna una legislazione che responsabilizzi di più gli agenti immobiliari". Come è possibile, secondo lei, ridurre i costi degli affitti? "La strada attualmente disponibile è quella del canone concertato che andrebbe sostenuto con la revisione degli accordi territoriali ed una forte campagna informativa, di tutti gli enti coinvolti, sui benefici fiscali, non trascurabili, che offre ai proprietari. Promuovere i vantaggi della concertazione e la cultura della legalità, informando anche sui rischi, amministrativi e penali, dell'affitto in nero e del mancato adeguamento degli alloggi alle norme di sicurezza". Quali considerazioni è possibile trarre dalle esperienze riminesi di concertazione dei canoni? "Alla luce dei vigenti accordi territoriali, il canone concertato risulta conveniente e gradito ai proprietari, rispetto a quello di mercato, quando lo scarto non supera il 20%. Per Rimini le attuali quattro fasce di zona sono troppe e andrebbero riaggregate. Oggi, nel capoluogo, il canone concertato risulta appetibile solo per appartamenti molto grandi, ammobiliati e situati in centro storico o nella prima periferia. Al contrario, per gli appartamenti piccoli, i più ricercati, c'è la netta prevalenza del canone libero, poiché quello concertato, nonostante i vantaggi fiscali, risulta poco remunerativo." Quali sono i risultati dell'Agenzia di Locazione dell'Acer? "In 18 mesi di attività abbiamo reperito sul mercato 101 alloggi, di cui oltre un terzo a canone concertato. Nonostante il forte incremento dei prezzi siamo riusciti a contenere i canoni del 15/20%. L'attività sta crescendo gradualmente perché, agendo nella più completa legalità e trasparenza, chiediamo che i proprietari rispettino tutte le prescrizioni legislative". Esistono sostegni finanziari di livello nazionale per affrontare il vasto settore dell'emergenza abitativa? "L'unica nota positiva è il rinnovo degli sgravi fiscali per le ristrutturazioni. Per il resto è il nulla: il Fondo per l'Affitto nazionale non è stato finanziato, lasciando tutto il carico ai Comuni, e l'unica iniziativa del Governo sono fondi con i quali si potranno costruire, nei prossimi tre anni, non più di 200 alloggi "a canone speciale" all'anno in tutta Italia!". Cosa ritenete dunque sia necessario fare in ambito nazionale? "E' necessario ricostruire un fondo che attinga alla fiscalità generale dello Stato per aumentare lo stock di alloggi pubblici. Occorre rilanciare la politica nazionale prendendo esempio dai "20 mila alloggi per l'affitto" della legge 21/2001. Gli Enti locali non possono agire da soli ma dentro una filiera istituzionale, che parta dallo Stato e coinvolga tutti: Regioni, Province, Comuni, operatori pubblici e privati, per il finanziamento di alloggi pubblici e lo sviluppo di politiche di rilancio ed incentivo dei canoni concertati". Quali invece gli interventi necessari in ambito locale? "I Comuni devono trovare il modo di investire nelle politiche abitative. Cominciando dal garantire disponibilità di aree pubbliche a prezzi calmierati per piani di edilizia convenzionata e di edilizia sociale per l'affitto. La legge 167/63 prevede che almeno il 40% delle nuove abitazioni previste dai Prg comunali debbano essere edificate in aree pubbliche. In questo senso, va dato atto all'attuale Sindaco, al Vice Sindaco ed all'Assessore alla casa di Rimini di aver fatto un grosso sforzo per reperire in tempi record 7 aree in cui potrebbe essere localizzata la costruzione di nuovi alloggi, tra i quali 313 di ERP, finanziati con fondi pubblici e destinati alla locazione. L'esempio di Rimini è importante anche per gli altri Comuni della provincia. Comprendo che per gli enti locali non sia facile aumentare la spesa sociale. Ma occorre considerare che questi alloggi sono diretti a famiglie che possono pagare un canone di 300/400 Euro mensili che andrebbe a coprire il 40/50% del costo totale dell'intervento finanziato con mutui". Qual è l'impegno dell'Acer su questo fronte? "Per il triennio 2004/2006, abbiamo in programma investimenti per 35 milioni e 876 mila euro. I 324 nuovi alloggi che abbiamo in costruzione rappresentano l'intervento più grande di ERP degli ultimi vent'anni sul territorio riminese. Se a questi aggiungiamo i 50 alloggi (30 a Rimini) che ogni anno ritornano disponibili, in seguito a turn-over degli assegnatari, si sale a 500. Altra iniziativa interessante è quella legata ai "20 mila alloggi per l'affitto", per la quale sono state presentate proposte per 419 nuovi alloggi: 313 a Rimini, 64 a Riccione, 12 a Misano, 10 a San Giovanni, 8 a Cattolica, 6 a Santarcangelo, 6 a Morciano. L'iniziativa vede coinvolte risorse di Stato, Regione, Provincia, Comuni e Acer. Stiamo attendendo lo sblocco dei contributi statali. I 313 alloggi di Rimini e 32 di Riccione sono in posizione utile per essere finanziati e al momento non è escluso che se ne possano realizzare, con altre risorse, un numero maggiore. Si tratta di alloggi per la locazione permanente pubblica a canoni calmierati per quelle famiglie in difficoltà economiche che non possono accedere all'Erp, nè sostenere i prezzi del libero mercato". Come valutate l'ipotesi di una maggiore redditività del patrimonio Erp ? "In una situazione come quella attuale, non penso sia da scartare. I canoni medi degli alloggi Erp, entro il 2004, si assesteranno sui 115 euro mensili. Si potrebbe, in prospettiva, pensare ad un leggero incremento per ricavare nuove risorse, da destinare alle manutenzioni, alle nuove costruzioni e al sostegno di famiglie in difficoltà con gli affitti privati. L'intervento pubblico in questo settore dovrebbe operare una redistribuzione più equa delle risorse e della solidarietà sociale. A ben guardare, nell'Erp ci sono ancora aree di eccessivo assistenzialismo mentre stanno nascendo nuove povertà e ciò rende necessario interventi di riequilibrio sociale. Del resto, oggettivamente, diverse famiglie che oggi fanno i conti con il mercato privato versano in condizioni economiche peggiori di quelle dell'Erp. Occorrerà mettere in campo tutte le risorse possibili e cercare fonti di autofinanziamento perché è impensabile che i Comuni, da soli, possano finanziare, con fondi di bilancio, programmi di sviluppo dell'Erp e sostenere l'affitto di migliaia di famiglie".

Numero 6, 7° edizione - anno 2004