2. L'EVOLUZIONE SOCIALE ED URBANISTICA DEL TERRITORIO PROVINCIALE ATTRAVERSO L'ERP


Accordo tra Acer Rimini ed Enel Energia per la riduzione del 3% della tariffa sulle parti comuni dei condomini.



Un'originale lettura dell'ultimo secolo: dalla Società Anonima Cooperativa al Contratto di Quartiere passando per gli interventi inediti e singolari del comprensorio. La ricerca presentata nel volume edito dall'Acer non rappresenta solamente uno strumento di conoscenza per addetti ai lavori. Il voluminoso e dettagliato materiale raccolto e ordinato dai laureandi fornisce anche una diversa chiave di lettura della storia sociale ed economica locale attraverso lo sviluppo urbanistico ed edilizio legato alle case popolari prima e all'Erp successivamente, nelle loro differenti forme. A RIMINI LE PRIME CASE A BUON MERCATO Sono della città di Rimini le prime esperienze di edilizia rivolta alle fasce di popolazione in difficoltà. E' del 1891 la Società Anonima Cooperativa per le Case Popolari, la cui attività inizialmente fu concentrata nella costruzione di numerosi villini sul lungomare. Dal 1906 la Società divenne un interlocutore privilegiato dell'Amministrazione Comunale e realizzò le prime case a buon mercato della storia riminese. Fu in questo periodo che nacquero i primi quartieri fuori dalle mura malatestiane. Attività trentennale in cui vennero realizzati 123 edifici con questa destinazione. Fu in questo periodo che nacquero il Quartiere Nord - Est (Patara) tra il centro storico e la marina, con l'abbattimento di un ampio tratto delle mura; il Quartiere Marittimo tra viale Principe Amedeo e il Porto; il Quartiere Anfiteatro nei pressi dei resti romani e il Quartiere Marecchia vicino al Borgo San Giuliano. Nello stesso periodo la Ferrovie dello Stato realizzarono il Quartiere Ferroviario accanto all'attuale via Tripoli. Nel 1936 l'iniziativa passò all'Istituto Case Popolari, nato nel 1910 ma rimasto per molto tempo inattivo in territorio riminese, che sotto l'impulso del governo del tempo diede vita, a favore del ceto medio, ad opere residenziali-monumentali di stampo razionalista sull'attuale via Matteotti, in via Dei Mille, vicino al Borgo San Giuliano e all'Arco d'Augusto. Per chi non poteva spendere nacquero alcune residenze, chiamate Popolarissime, vicino allo Stadio, in via Balilla e Arnaldo da Brescia, vicino via Covignano e alle attuali scuole Toti. Dagli albori fino alla Seconda Guerra Mondiale l'edilizia popolare di Rimini ha dato vita ad uno sviluppo urbano regolare con interventi ben inseriti nel contesto della città. I bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale hanno raso la città quasi interamente al suolo e con essa anche molte case popolari. Con la ricostruzione arrivarono anche i primi alloggi popolari della nuova era, per esempio i 122 del Contratto di Quartiere costruiti con le macerie degli edifici distrutti. Da questo momento fino agli anni '60 lo sviluppo della città risulta non molto omogeneo e quasi estraneo al tessuto urbano preesistente. Tra il 1949 e il 1963 vennero realizzati, grazie ai piani Ina Casa, alloggi a San Giuliano Mare, via Coletti, Orsini, Lucio Lando, il Villaggio dei Lavoratori, il Villaggio Ina Casa Marecchia di via Dario Campana, Lagomaggio, via Pascoli. Negli anni '60 partì la realizzazione del quartiere Covignano poi conclusa negli anni '80. Dagli anni '70 le case popolari di Rimini sono nate prevalentemente nell'ambito dei Piani di Edilizia Economica e Popolare - PEEP (Ausa, S. Giustina, Celle, Marecchiese, Miramare) fornendo un nuovo indirizzo all'edilizia, non solo residenziale, che fino a quel momento si era riferita alla cerchia periferica più vicina al centro vero e proprio e che invece si espande ad aree più lontane dal cuore del capoluogo. Fino agli anni '90 anche diversi recuperi di alloggi. Nel '97, anno di istituzione dello Iacp di Rimini, sul territorio provinciale erano presenti 2000 alloggi Erp, rispetto ai 4.500 di Forlì-Cesena. A tutt'oggi, fra gli alloggi alienati e i nuovi realizzati in tutta la Provincia di cui altri 324 disponibili entro il 2006, il patrimonio di ERP gestito dall'ACER ammonta a complessivi 2.169 alloggi. LE PRINCIPALI ESPERIENZE DEI CENTRI DELLA PROVINCIA L'assetto urbano del riminese ha attraversato differenti stagioni sotto il profilo dell'espansione residenziale. Dall'accentramento nelle grandi città degli anni '50-'60 si è passati, con il decentramento produttivo e residenziale, alla città-circondario dei '70 e dei primi anni '80. Dalla seconda metà degli anni '80 si è diffusa la città-territorio, fenomeno ancora in corso, il cui sviluppo è complesso, policentrico e specializzato. La popolazione riminese complessiva rimane prevalentemente concentrata lungo la costa (76,8%), poi in Valmarecchia (10%) e in Valconca (10%) e nella zona intermedia alle due vallate (3%). Così come per il capoluogo il volume dell'Acer ricostruisce anche la storia e i principali interventi di edilizia residenziale pubblica degli altri Comuni della provincia. A Cattolica i primi interventi di edilizia popolare risalgono agli inizi del secolo scorso con alcuni complessi in via Garibaldi e in via Nazario Sauro. Lo sviluppo dell'Erp a Riccione ha seguito in linea generale le dinamiche di Rimini con interventi nella parte centrale del nucleo urbano nel periodo prebellico. Il primo intervento degno di nota risale al 1917 con i quarantotto alloggi riuniti nelle quattro palazzine del Villaggio Donna Rachele, tipico esempio di alloggi popolarissimi sia sotto il profilo progettuale che costruttivo. Dagli anni '50 agli anni '70 le realizzazioni si sono spostate nella prima cerchia periferica e successivamente anche in zone più decentrate o lungo le arterie stradali più importanti e strategiche di collegamento al centro. Evoluzione simile anche per Santarcangelo di Romagna dove le prime costruzioni popolari risalgono ai primi anni del '900 con gli alloggi monofamiliari ad un piano nella centralissima Piazzetta Galassi. Seguiti negli anni '30 da quelli, dalla singolare architettura, in via Marini nelle vicinanze dell'allora Palazzo delle Poste. Anche in questo caso dopo la Seconda Guerra Mondiale le costruzioni si sono spostate nella prima cerchia urbana e successivamente anche fuori dal centro. Non mancano le curiosità a Morciano di Romagna dove le prime case popolari sono state costruite negli anni '30, come quelle sulla provinciale Saludecese, rispecchiando l'architettura di regime. Uniche nel panorama provinciale le persiane scorrevoli di colore verde delle case popolari costruite in via Venezia a metà anni '50. A Mondaino, in via Montebello, sorge l'unico edificio popolare dell'entroterra realizzato prima della Seconda Guerra Mondiale. Le prime case popolari di Saludecio, San Giovanni in Marignano e Verucchio risalgono invece al secondo dopoguerra. Tra secondo dopoguerra e primi anni '50 sono state costruite le prime case popolari anche a Gemmano, Montescudo, Montefiore Conca e Montecolombo dove nel 1952, in via Rimini, è sorto un inedito fabbricato con seminterrato cantinato, ingresso indipendente con loggiato e collegamento pedonale alla strada. A Misano Adriatico gli interventi sono partiti negli anni '50, così come a Coriano. A Bellaria - Igea Marina la prima palazzina di case popolari, in via Rosmini, è degli anni '60. Mentre alcune tipologie di palazzine realizzate a San Clemente negli anni '80 sono state replicate in altre parti della provincia al punto da dare vita tra i progettisti ad uno specifico modello - San Clemente.

Numero 2, 7° edizione - anno 2004