5. CON L'ACER VERSO UNA NUOVA SOLIDARIETÀ SOCIALE


"L'UNICA STRADA PERCORRIBILE È UNA NUOVA POLITICA ABITATIVA"



Il Presidente Carboni: "Manca una vera azione nazionale sulla casa" Addio IACP, benvenuti ACER. In base alla nuova Legge Regionale sull'Edilizia Residenziale Pubblica nell'agosto dello scorso anno l'Istituto Autonomo per le Case Popolari della Provincia di Rimini (IACP Rimini) è stato trasformato in Azienda Casa Emilia Romagna - Provincia di Rimini (ACER Rimini). Una riforma a lungo elaborata e attesa, della quale abbiamo dato ampio resoconto nei numeri precedenti del Notiziario, che ora si è concretizzata trasformando il vecchio Istituto in un Ente Pubblico Economico. Presidente Carboni, il passaggio dallo Iacp all'Acer ha comportato problemi e difficoltà? "Nessuna difficoltà particolare se non le normali pratiche burocratiche per gli adempimenti legislativi. Il nostro apparato era da tempo pronto ai cambiamenti preannunciati e non c'è stata nessuna perdita di operatività. Anzi grazie al nuovo assetto societario stiamo vivendo un periodo di forte sviluppo. La trasformazione in ente pubblico economico ci ha liberati di una serie di vincoli e appesantimenti burocratico-amministrativi che assorbivano energie e risorse, senza risolversi in aumento di produttività ed efficienza" Cos'é cambiato con l'arrivo dell'Acer? "Tutte le attività degli Iacp sono passate all'Acer e quindi non ci sono cambiamenti sostanziali rispetto a quello che già si faceva. Sono confermate tutte le previsioni in materia di aumento dello stock di alloggi pubblici, il piano 1999-2004 prevede 500 nuovi alloggi tra costruzioni e recuperi, e l'impegno sul fronte della locazione permanente per calmierare il mercato. A questo proposito è già stata istituita l'Agenzia per la locazione che si occupa delle emergenze abitative in nome e per conto dei Comuni che aderiscono al progetto. La trasformazione consente inoltre alle Acer di aggiungere a quelle tradizionali nuove attività: dalla gestione di patrimonio pubblico e privato non abitativo, alle funzioni di amministrazione e gestione condominiale che abbiamo già attivato, alla predisposizione di servizi tecnici per le attività dei Comuni relativi alla programmazione e progettazione di interventi edilizi o urbanistici, di stazione appaltante, di costruzione e manutenzione, recupero e riqualificazione degli immobili". La riforma è partita ma ancora la Regione non ha assunto decisioni rispetto ai corrispettivi da assegnare all'Acer per la gestione dei servizi e la determinazione dei nuovi canoni… "Abbiamo quattro anni di transizione, durante i quali gli Acer manterranno la gestione di tutti gli alloggi attualmente in proprietà e saranno intraprese tutte le iniziative e le attività che si muovono lungo i nuovi scenari. Non possiamo nasconderci come il successo della riforma dipenda molto dalle decisioni che la Regione deve ancora assumere. La determinazione dei nuovi canoni è attesa entro la prossima primavera. Riteniamo che l'importo del canone mensile vada leggermente incrementato. Solamente in questo modo gli Acer, e i Comuni che diverranno proprietari di tutti gli alloggi in locazione, potranno avere risorse sufficenti per le manutenzioni, per il rinnovo del patrimonio e per sostenere i normali costi di gestione degli immobili. Purtroppo, fino ad oggi, nella determinazione dei canoni non si è tenuto conto di questo tipo di esigenze e non si è destinata una parte delle entrate finanziarie dei canoni per nuovi investimenti. D'ora in poi le case popolari dovranno necessariamente puntare ad autogestirsi da un punto di vista finanziario e non gravare più sulla collettività che, tutto sommato, ha già dato molto contribuendo in maniera decisiva, con le ritenute sui redditi dei lavoratori dipendenti, al finanziamento di gran parte degli alloggi di edilizia residenziale pubblica oggi esistenti nella provincia di Rimini. Occorre muoversi tutti nel segno di una nuova solidarietà sociale e fare in modo che una parte di questa solidarietà venga messa a disposizione per l'integrazione del canone dell'affitto di persone in difficoltà che non sono assegnatari ma hanno gli stessi problemi di chi ha già un alloggio. Per raggiungere tutti questi obiettivi il canone medio mensile dovrebbe passare dalle attuali 200 mila lire a circa 300 mila lire. Ci auguriamo che la Regione, nelle sue decisioni, tenga conto anche di queste esigenze". Il rinnovato impegno regionale sulle politiche abitative trova supporto anche a livello nazionale? "Purtroppo no. In questo clima di grandi trasformazioni e di potenziamento delle politiche abitative lo Stato, attraverso il Governo, è il soggetto più assente. Al momento attuale non esiste una vera politica sociale per la casa. Dopo la chiusura dei finanziamenti dell'ex Gescal lo Stato non si è dotato di una politica di investimento sulla casa che faccia riferimento alla fiscalità generale mentre la Legge Finanziaria ha addirittura ridotto da 650 a 500 miliardi le risorse per il Fondo per l'affitto. Mentre occorrerebbe un piano decennale sulla casa con investimenti di almeno 2000 miliardi l'anno. In questo modo invece tutto il peso viene lasciato a carico degli enti locali che, evidentemente, a queste condizioni non saranno in grado di sostenerlo a lungo".

Numero 5, 5° edizione - anno 2002