13. NEL NUOVO ANNO LA PROPOSTA DI RIFORMA DEGLI IACP


"L'UNICA STRADA PERCORRIBILE È UNA NUOVA POLITICA ABITATIVA"



A margine della conferenza di Rimini abbiamo rivolto alcune domande all'Assessore Regionale alla Programmazione Territoriale, Politiche Abitative e Riqualificazione Urbana. Il quadro attuale del settore abitativo è problematico, quale lettura ne da? "In Emilia Romagna c'è ancora il problema della casa e anzi tendenzialmente la richiesta è in crescita, soprattutto per l'affitto. Abbiamo 320.000 famiglie in locazione, con numerosi redditi bassi. Circa 100.000 famiglie si trovano a dover sopportare canoni elevati con redditi prossimi a livelli di povertà (20-25 milioni). Abbiamo una forte domanda di abitazioni in affitto a basso costo (canone sociale) che non può trovare risposta sul mercato privato; forte domanda di abitazioni in affitto a canone "calmierato" rispetto ai valori del libero mercato; necessità di collegare la questione della risposta al fabbisogno abitativo con quella della riorganizzazione e riqualificazione urbana, per cercare il maggior grado di integrazione fra residenti e nuovi arrivati, evitando di aggiungere al quadro attuale nuove tensioni ed emarginazioni sociali. In questo quadro il pubblico non può uscire dal sistema, e l'E.r.p. deve mantenere la caratteristica di intervento pubblico, pur migliorando in efficacia ed efficienza, potenziata nella possibilità di risposta alle famiglie bisognose". A che punto è la riforma degli I.A.C.P.? "Sto girando per le Province per ascoltare e discutere con tutti. Sugli I.A.C.P. è necessario partire senza preconcetti valutando quale è la loro attuale missione, come la stanno svolgendo e quale ruolo futuro si intende far svolgere. Con il nuovo anno, sottoporrò una nuova proposta di riforma del settore". Quale prospettiva per la locazione permanente ed il coinvolgimento dei privati? "Nella locazione permanente oggi è presente quasi esclusivamente la cooperazione a proprietà indivisa. Altri soggetti (no-profit, privato sociale e privato tradizionale) sono invitati ad entrare in questo settore. È chiaro che questo tipo di intervento non sostituisce l'E.r.p., ma si affianca ad esso rivolgendosi ad una fascia diversa, ma che altrimenti pesa sul sistema pubblico aggravando la possibilità di risposta complessiva. Nel quadro della riforma degli I.A.C.P., bisognerà pensare di far intervenire in questo settore come nel mercato dell'affitto "convenzionato" anche i nuovi enti, una volta risolto il problema del patrimonio attuale di E.r.p. che deve rimanere pubblico". Cosa ne pensa della proposta I.A.C.P./Comune di Rimini per la costruzione di alloggi a canone concertato che garantisce, a fronte di contributi regionali molto inferiori, maggiori realizzazioni rispetto agli accordi possibili con il privato? "La proposta come mi è stata illustrata, è senza dubbio interessante, perché consente la realizzazione di edilizia pubblica su aree già urbanizzate e con contributo regionale ridotto rispetto ai massimi fissati nella predetta delibera. È chiaro che la priorità sarà data agli interventi che sono realizzabili subito e con il concorso di risorse diverse (comunali, di fondazioni bancarie, etc….) che quindi necessitano di un contributo percentualmente inferiore rispetto ad altre proposte". Sotto il profilo degli strumenti operati della riforma che tipo di trasformazione avete in mente per gli Iacp.? "Si stanno valutando diverse opzioni; è chiaro che una possibilità è quella di passare dall'attuale configurazione di ente strumentale della Regione a ente pubblico economico che opera per conto degli enti locali nel settore della gestione patrimoniale e dei servizi tecnici. L'ente pubblico economico ha una maggiore autonomia operativa e può procedere alla costituzione di società operative per il raggiungimento dei propri scopi e fini istitutivi. Però il patrimonio di E.r.p. deve mantenere il suo ruolo fondamentale di servizio pubblico per le famiglie bisognose. E' stato costituito con fondi pubblici dello Stato, della Regione anche attraverso i suoi enti strumentali (attuali I.A.C.P.), dei comuni ed è indivisibile, indisponibile e con destinazione vincolata e non può essere coinvolto in operazioni di trasformazioni societarie che presentano i rischi tipici delle imprese. I nuovi enti gestiranno il patrimonio pubblico di E.r.p. per conto dei Comuni, e degli altri eventuali soggetti pubblici proprietari degli alloggi. La gestione dovrà essere caratterizzata da efficienza. Gli accorpamenti oppure la dimensione non sono al momento attuale un problema, anche se penso sia utile togliere il vincolo territoriale, ma verranno definiti in accordo con gli enti locali in relazione alle attività che i nuovi soggetti saranno chiamati a fornire". Saranno aumentati gli affitti? "Non si tratta di aumentare gli affitti, ma di creare una maggiore equità fra chi è assegnatario di un alloggio di E.R.P., e chi si trova in balia del libero mercato della locazione. Già il fondo per l'affitto, un contributo per le famiglie in difficoltà economica per il pagamento del canone di locazione, è in parte intervenuto per dare una prima ancorchè parziale risposta al problema. A livello regionale si sono distribuiti, attraverso i Comuni, 70 miliardi circa a 20.500 famiglie. Nell'E.r.p. oggi abbiamo una buona parte di famiglie che si trovano in condizioni di difficoltà economica, a fianco di una quota di nuclei familiari che nel tempo hanno migliorato le proprie condizioni economiche e non avrebbero più diritto all'E.r.p. Questi devono uscire immediatamente, e nel frattempo pagare il canone di mercato. È un problema di equità sociale soprattutto in presenza di una forte domanda di accesso alla casa pubblica che non trova soddisfazione (altre 20.000 domande a livello regionale). Bisognerà individuare, anche attraverso il redditometro, la fascia di "bisogno" che si intende proteggere, per la quale il canone di locazione andrà rapportato alla condizione economica. Per un'ulteriore fascia, individuata dai redditi intermedi, il canone potrà fare riferimento al canone "concertato", definito in accordo con le Associazioni di categoria".

Numero 13, 3° edizione - anno 2000