4. IL RECUPERO URBANO E L'EDILIZIA RESIDENZIALE PUBBLICA


"L'UNICA STRADA PERCORRIBILE È UNA NUOVA POLITICA ABITATIVA"



Il Presidente Carboni: "Occorre programmare gli interventi per tempo, altrimenti la situazione diventa esplosiva" La Regione Emilia Romagna ha deciso di destinare l'85% dei 220 miliardi stanziati per le politiche abitative ai Piani di recupero urbano (Pru), cioè alla riqualificazione dei centri urbani. I Pru che saranno finanziati nella provincia di Rimini riguardano le realtà di: Rimini-Riccione (zona Marano); Santarcangelo (parcheggio in centro storico); Morciano di Romagna (recupero area Ghigi); San Giovanni in Marignano (parcheggio in centro storico e ristrutturazione ex scuola elementare da adibire a palazzo comunale); Saludecio (recupero castelli di Cerreto e Meleto e ristrutturazione palazzo comunale); Mondaino (trasformazione in museo dell'ex fabbrica di fisarmoniche, camminamenti sotterranei, ristrutturazione ex convento clarisse); Montegridolfo (arredo urbano castello). All'interno di alcuni Pru trovano spazio anche alcuni interventi di edilizia residenziale pubblica. "All'interno dell'area Ghigi, a Morciano, sono previsti 20 alloggi di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata - illustra Franco Carboni, presidente Iacp di Rimini - Altri 24 alloggi sono previsti dal Pru di Rimini-Riccione: 12 in affitto a tempo determinato e 12 in locazione permanente. Effettivamente molti Pru riminesi non hanno previsto edilizia residenziale pubblica, nonostante fossero tenuti a farlo. E' probabile quindi che una parte delle risorse per i piani di recupero vengano destinate dalla Regione a interventi Erp. Nuove opportunità arriveranno comunque con la delibera regionale che ha aperto i termini di presentazione delle domande per il restante 15% dei fondi, tutto destinato agli interventi pubblici per l'Erp sovvenzionata. Da una ricognizione compiuta presso i Comuni riminesi è emersa una potenzialità complessiva di circa 120 nuovi alloggi tra Rimini (50), Riccione (8), Santarcangelo (12), Misano (8), Montescudo (6), Montefiore (10), Poggio Berni (4), Cattolica (6), Coriano (6) e Torriana (6)". Quali potenzialità economiche che lo Iacp sarà in grado di mettere in campo nel prossimo futuro? "E' in corso la vendita di circa 350 alloggi per un valore complessivo di 22.721.845.000 lire, che ci consentirà di costruire un centinaio di alloggi. Ma, visto che la Regione finanzia solo al 70% gli interventi dei Comuni, siamo disponibili anche a collaborare con gli enti locali in difficoltà e coprire parte delle spese per le nuove realizzazioni". Centinaia di nuove costruzioni necessitano di spazi adeguati. Ma le realtà più grandi appaiono in grande difficoltà sotto questo aspetto… "Quello delle superfici continua ad essere un problema principalmente per Rimini. Serviranno 10 ettari solo per l'Erp, senza tenere conto dei 400 alloggi a canone calmierato che abbiamo proposto al Comune. E servono aree pubbliche anche per chi desidera costruire una casa in proprietà a prezzi accettabili. Da un incontro tra Provincia, Comune e Iacp è emersa la disponibilità dei due enti preposti alla programmazione urbanistica a confrontarsi per trovare una soluzione". L'area riminese continua ad essere al centro di flussi migratori che non fanno che accentuare la problematicità del mercato della casa, sia in proprietà che in affitto. "Oltre 1.500 stranieri regolari in più in un anno, in tutta la provincia, rappresentano un fenomeno che non va ignorato. Se a questi aggiungiamo l'aumento considerevole nella domanda di alloggi legati all'Università, alla crescita di anziani e alle esigenze di giovani coppie e singles è evidente la necessità di una programmazione, legata alle residenze. Non ci si può più limitare solo all'emergenza, con il contributo per gli affitti, ma si deve investire anche sul medio-lungo periodo prevedendo aree e interventi in modo che la situazione non rischi di diventare, con il passare del tempo, sempre più esplosiva". In questo panorama di forti tensioni sociali, come procede la riforma degli Iacp? "Il Coordinamento regionale degli Iacp sta varando un documento che sarà l'asse sul quale, dopo l'estate, si riprenderà il dibattito con l'assessorato regionale. Sarà un documento di proposte che punterà sulla dimensione minima provinciale che, rispetto alla situazione precedente il '97, è stata per noi una preziosa conquista. Punterò poi sulla trasformazione degli Iacp in enti economici, anziché scioglierli come invece prevedeva la precedente proposta segnata da un radicalismo istituzionale incomprensibile. Dovranno inoltre essere realizzate quelle trasformazioni (nuovi criteri per la determinazione dei canoni e per la ripartizione degli oneri di manutenzione) necessarie a elevare la quota risorse per autofinanziare progetti di riqualificazione del patrimonio esistente e far crescere il patrimonio abitativo pubblico. Dovrà inoltre essere sciolto il nodo della liberalizzazione e della competizione di mercato per la gestione del patrimonio abitativo, e non solo, sia pubblico che privato. In questo senso è evidente come l'esclusione degli Iacp dai finanziamenti regionali per la locazione, a termine e permanente, abbia ridotto notevolmente la possibilità di successo del programma e degli obiettivi regionali. Se stiamo ai dati della nostra Provincia, dove risultano pressoché assenti le richieste dei privati, direi anzi che questa decisione si è rivelata un vero e proprio flop!"

Numero 4, 3° edizione - anno 2000